Secondo l’ambasciatore Antonio Augusto Dayrell de Lima, Console Generale del Brasile a Milano, Il franchising in Brasile è un settore molto interessante, con grande potenzialità di crescita, e le possibilità che offre agli imprenditori italiani possono diversificare la destinazione degli investimenti  di coloro che richiedono un visto permanente in Brasile.

Secondo Dayrell de Lima, nel 2006 si è registrato un aumento pari al 524%, rispetto al 2004, del numero di visti permanenti rilasciati agli stranieri che vogliono investire in Brasile. Questo incremento del numero dei visti richiesti sarebbe dovuto al fatto che, dal 2004, una decisione del Consiglio d’Immigrazione brasiliano ha ridotto a 50 mila dollari americani il limite minimo per l’investimento di persone fisiche straniere nel paese.

Dati del Consolato Generale del Brasile a Milano informano che i settori più ricercati  dagli investitori italiani che richiedono il visto permanente in Brasile sono alberghiero/immobiliare (42%), altri servizi (25%), industriale (17%) e ristorazione (16%) e le principali regioni di destinazione degli investimenti sono gli stati di Rio Grande do Norte (27%), Cearà (19%) e Bahia (13%).

Il Franchising in Brasile

I numeri del settore  franchising in Brasile sono vasti, come il paese: il Brasile è il 4° paese al mondo per numero di reti, ne ha raggiunte 1.013 nel 2006, e il 6° per numero di punti vendita, con 62.584 unità in tutto il paese. Il fatturato nel 2006 è stato di 18,516 miliardi di dollari americani e la crescita nello stesso anno rispetto al 2005 è stata pari all’ 11%.  Questi dati sono stati presentati durante il convegno da Ricardo Camargo, Segretario Generale dell’Associazione Brasiliana di Franchising (ABF), l’ associazione brasiliana che rappresenta 620 associati in tutto il Brasile ed è membro  IFA (International Franchise Association), World Franchise Council e FIAF (Federacion Iberoamericana di Franquigias). Secondo Camargo, “il franchising in Brasile è un’attività consolidata, e l’eccellente momento economico e sociale che sta vivendo il paese offre uno scenario molto interessante di crescita del settore”, tanto da fare  siglare all’ABF un accordo con l’Agenzia per lo Sviluppo dell’Export brasiliana – APEX, che prevede investimenti di 1.562.791 miliardi di dollari americani per l’internazionalizzazione delle reti brasiliane di franchising.  Attualmente, 48 reti brasiliane operano all’estero in tutti i continenti, in diversi settori come alimentare, educazione e formazione, salute e benessere, calzature e abbigliamento. Il progetto APEX per il biennio 2007/2008 punta, quali paesi obiettivo,  Messico, Portogallo, Stati Uniti, Spagna, Cile, Peru, Ecuador, Colombia, Argentina e Sud Africa e stima un ammontare d’esportazione pari a 3 miliardi di dollari americani, con l’apertura di 100 unità.

Il mercato del franchising in Brasile è monitorato dall’ABF ogni anno, per quanto riguarda fatturato, numero di reti e punti vendita, ed è stato diviso in 12 settori: calzature ed accessori, ristorazione, educazione e formazione, sport – salute - bellezza ed intrattenimento, grafica e cartellonistica, turismo, informatica ed elettronica, pulizie e manutenzione, mobili ed arredamento, servizi, automobilismo, abbigliamento.

I settori con più alto tasso di crescita nel 2006 sono il settore alimentare, con un incremento del 26% del fatturato, l’automobilismo con il 24,5% e le calzature ed accessori, con il 22,4% di aumento del fatturato. La crescita record nel settore alimentare, paragonata agli ultimi cinque anni, rispecchia, secondo l’ABF, l’incremento del reddito delle persone e l’aumento dei pasti consumati fuori casa, abitudine che prima era più comune nelle grandi città e che adesso si verifica anche nelle città minori, oltre all’aumento del 5% nel numero di unità del settore.

Anche nel settore automobilistico, l’aumento del fatturato rispecchia l’incremento del reddito delle persone ma soprattutto, l’ampliamento del credito dei consumatori, con focus nel record di produzione e vendite dell’industria automobilistica. Questo fenomeno ha incrementato i servizi attinenti al settore, favorendo l’espansione, verso le città minori, delle reti di lavaggio  macchine, di parcheggi, di officine e di noleggio  macchine,.

Per quanto riguarda il numero delle reti per settore d'attività, il settore trainante è ancora quello alimentare in cui il numero delle reti è cresciuto da 182 nel 2005 a 197 nel 2006, pari al 20% del totale, seguito dal settore del benessere, dell’estetica e della salute cresciuto da 166 a 170 reti,  pari al 17%. Il settore del turismo  ha registrato un aumento delle reti pari al 18,2%, mentre quello dell’ informatica e dell’ elettronica del 17.9%.

Secondo l’ultimo rapporto dell’ABF, la proiezione di crescita del fatturato del settore nel 2007 è pari al 12%, con un incremento  circa del 3% del numero di reti e circa del 4% del numero di punti vendita. L’aspettativa dell’istituzione è di un incremento dell’operatività di marche straniere nel paese, perché l’ 89% delle marche presenti nel mercato è brasiliano. Infatti, nel ranking delle 20 marche che dominano il mercato del franchising brasiliano, soltanto 3 sono straniere. E la partecipazione di aziende italiane nel mercato brasiliano del franchising  è ancora tutta da sperimentare, dato che occupa soltanto il 2% nel ranking delle aziende internazionali che operano nel paese, venendo dopo gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Francia, il Portogallo e il Giappone. 
Fino al 1992 non esisteva, in Brasile, una legge specifica per regolamentare il franchising. Oggi il sistema si avvale della legge sul franchising numero 8955 del 15 dicembre 1994.
  
Fonte: Associcao Brasileira de Franchising (ABF), Azfranchising.it, infofranchising.it, Assofranchising.it