La Faam di Federico Vitali punta anche sull'America Latina rinnovando il consiglio d'amministrazione.

Persino, nel periodo ferragostano ha continuato a lavorare, riducendo al minimo la pausa in un'estate colma di lavoro e di aspettative. In primis l'esordiente Cda composto da Andrea Aparo consulente scientifico di Finmeccanica, Paolo Annunziato direttore del Cnr, Gianluca Gregori preside della facoltà di economia della Politecnica delle Marche, Pasquale Pistorio, ex presidente della StMicroelectronics.

A questi si aggiungono quelli già presenti come il presidente Federico Vitali, Francesco Pagliarini e Giuseppe Vitali. Subito al lavoro, il nuovo management ha confermato il piano d'investivento dell'azienda. Dopo la Cina, la holding leader in Italia e nel mondo nel comparto degli accumulatori di energia, con un po' meno di un centinaio di milioni di fatturato, ha intenzione di aprire una nuova linea produttiva in Brasile, nell'area industriale a ridosso di San Paolo.

Il punto strategico è stato scelto dal Ceo per vendere i prodotti in Brasile, in Cile e Perù. La decisione è maturata al termine di un tour che ha visto impegnati in questi Paesi lo stesso presidente del consiglio d'amministrazione della Faam e il suo entourage, quando con le autorità locali sono stati definiti i dettagli. Per l'azienda di Monterubbiano in provincia di Fermo nelle Marche il primo steep sarà un investimento di una decina di milioni.

La nuova Spa avrà un consiglio di amministrazione di tre persone, di cui un brasiliano e due rappresentanti della casa madre. All'opera ci saranno inizialmente un centinaio di dipendenti che secondo il business plan verranno raddoppiati nel giro di pochi anni. La società brasiliana ricalca la figura giuridica e produttiva che Federico Vitali ha scelto per la Cina: «Lì siamo arrivati a circa 14 milioni di fatturato ma con le nostre innovazioni cresceremo.

L'obiettivo in Brasile è di partire con una produzione di 150mila celle l'anno. A pieno ritmo gli stabilimenti dovrebbero produrne almeno 400mila, come in Cina. Nei prossimi otto anni porteremo il fatturato complessivo a trecento milioni di euro». Per l'Europa la casa madre ha in funzione due stabilimenti, uno a Monterubbiano nelle Marche e l'altro a Manfredonia in Puglia.

Dagli attuali 80 milioni di fatturato si dovrebbe giungere a regime a circa 120-150 milioni con un centinaio di dipendenti. Per l'Asia c'è lo stabilimento di 10mila metri quadrati di Xusche nello Jangau in Cina e per l'America Latina la produzione partirà da San Paolo in Brasile.

In quest'ultimo sito ci sarà spazio anche per l'occupazione di dipendenti italiani, che andranno a colmare non solo le due sedie vuote del Cda ma le funzioni di controllo, di rappresentanza e gestiranno i rapporti con i clienti. In aggiunta, la joint venture con un'azienda piccola di Montevideo destinata al mercato locale