Il Brasile si conferma in una valutazione di medio-lungo periodo un’economia molto vivace che dovrebbe far registrare buoni tassi di crescita anche nel 2013 e 2014. La domanda interna e la classe media di circa 100 milioni di persone, con un reddito familiare medio mensile tra 769 e 3.317 dollari, continuano a sostenere l’economia.
Per entrare nel dettaglio dell’economia brasiliana e dei rapporti con l’Italia,alcune domande all’Ambasciatore italiano a Brasilia, Raffaele Trombetta:
Ambasciatore Trombetta, come, nel corso del 2012, il Governo brasiliano ha combattuto il rallentamento dell’economia sia sul fronte monetario che su quello fiscale?
Il governo brasiliano persegue con coerenza una politica monetaria e fiscale con tre obiettivi prioritari: garantire alti livelli di impiego, accrescere il potere di acquisto di una parte sempre più ampia della popolazione, mantenere l’inflazione a livelli sostenibili. Programmi sociali come “Minha Casa Minha Vida” o “Bolsa Familia” testimoniano questo impegno. Cosí come un grande impatto hanno avuto le misure adottate per contenere le spese delle famiglie brasiliane, specie quelle legate al costo dell’energia elettrica. Sul piano macroeconomico il Governo della Presidente Roussef è consapevole dell’importanza di aumentare il tasso di investimenti rispetto al valore del Prodotto Interno Lordo affinché la crescita riprenda ai ritmi degli anni passati. Sono convinto che l’imponente piano di adeguamento delle infrastrutture presentato nei mesi scorsi dal Governo, anche se realizzato solo in parte, permetterebbe al Brasile di tornare a quei tassi di crescita.
Il dinamismo dell’economia e l’organizzazione di importanti eventi sportivi (Coppa del Mondo di Calcio del 2014 e Olimpiadi 2016), hanno stimolato una riflessione sull’opportunità di investire in uno sviluppo industriale eco-sostenibile. Che cosa sta cambiando nel Paese?
Il Brasile è oggi uno dei Paesi che dedicano maggiore attenzione alle politiche di salvaguardia ambientale, utilizzo delle fonti di energia rinnovabile, sviluppo economico sostenibile. Per questo mi fa piacere notare come la collaborazione tra il Brasile e l’Italia su tali temi sia particolarmente feconda. oltre a due accordi bilaterali in materia ambientale, esiste una serie di intese tecniche di settore che hanno già consentito l’avvio di importanti collaborazioni industriali nell’ambito delle energie rinnovabili.
Mi piace anche ricordare che la sede italiana è la prima “Ambasciata verde” a Brasilia, grazie anche alla collaborazione con le Autorità brasiliane.
Il Paese è solidamente ancorato ad un modello di sviluppo economico rispettoso dell’ambiente. Questo ne fa anche un interlocutore credibile ed ascoltato anche a livello internazionale. Ambito in cui ancora una volta Italia e Brasile lavorano molto bene insieme per promuovere l’avanzamento dell’agenda ambientale nei differenti consessi multilaterali che se ne occupano.
Il Governo ha recentemente varato una serie di progetti finanziati da vari Enti istituzionali aperti anche alle imprese estere nella misura in cui queste ultime siano disponibili ad uno scambio in termini di conoscenze tecnologiche, di processa mento e prodotto.
Quali sono le opportunita’ per il nostro Paese e per le nostre imprese?
Le opportunità offerte dai progetti brasiliani sono molte; specie nel settore delle infrastrutture. Per questo motivo a metà marzo l’Ambasciata ha organizzato un Seminario sulla “Colllaborazione Brasile-Italia nello sviluppo delle infrastrutture”, con il fine, tra l’altro, di facilitare la presa di contatto tra le imprese italiane e le Autorità brasiliane impegnate nella realizzazione dei progetti. La cantieristica portuale, le grandi costruzioni stradali e le ferrovie, sono tutti campi in cui esistono imprese italiane all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. Alcune hanno già manifestato il loro interesse a lavorare con il Governo brasiliano per l’effettiva realizzazione delle opere di cui il Paese ha bisogno.
A tutte l’Ambasciata consiglia di inserire nel pacchetto delle rispettive offerte la carta del trasferimento di tecnologia.
Devo dire per altro che il sistema delle imprese italiane in Brasile ha risposto bene al nostro appello per offrire tirocini agli studenti che partecipano al programma “Scienze senza Frontiere”, ritenuto importante dal Governo brasiliano per formare una miglior classe dirigente per il futuro.
Investimenti: come si inserisce il sistema Brasile nella panoramica mondiale e nel nostro Paese?
Il Brasile si propone oggi come un polo di attrazione di investimenti dall’estero grazie alla sua potenzialità di spesa ed alle esigenze obiettive che il Paese ha per alimentare i tassi di crescita. Le imprese italiane sembrano aver colto molto bene questo punto. Da un censimento che l’Ambasciata sta completando in queste settimane, le filiali o gli impianti produttivi in Brasile riconducibili a imprese italiane sono quasi ottocento. Un dato in crescita rispetto all’inizio del 2012 quando il numero era di 740. Segno che il Brasile è considerato sia dai grandi gruppi industriali italiani sia da tante piccole e medie imprese, un posto in cui vale la pena investire.
In America Latina il Paese rappresenta un polo di riferimento per il livello di sviluppo della sua economia e le ulteriori potenzialità di crescita. Perché investire in Brasile?
Ci sono diversi motivi che giustificano un investimento in Brasile. Da una parte le prospettive di ulteriore crescita economica, rafforzate per altro dallo svolgimento dei grandi eventi sportivi. Dall’altra le condizioni oggettivamente favorevoli quale il costo della manodopera ancora relativamente basso, la stabilità macroeconomica dovuta a conti pubblici in salute, il grande mercato interno in continua espansione ed infine la posizione centrale rispetto al continente latinoamericano che dà accesso geografico a mercati vastissimi.
Questi motivi acquisiranno ancora maggior forza quando l’area di libero scambio denominata Mercosur completerà il processo di unificazione doganale ed apertura dei mercati dei paesi membri. La firma dell’Accordo di libero scambio tra Mercosur-Unione Europa, che noi sosteniamo con convinzione, farebbe inoltre del Brasile lo snodo centrale di una delle più grandi aree di scambi commerciali al mondo.
Lei è Ambasciatore in Brasile da gennaio 2013; quali sono i principali obiettivi del suo mandato?
La presenza italiana in Brasile è di tale importanza e talmente estesa e variegata che porta l’Ambasciata ad occuparsi di praticamente tutti i settori di attività: dalla cultura al commercio, dallo sport alla tecnologia, dalla giustizia agli scambi universitari, dall’ambiente all’informazione, dalla promozione linguistica allo spettacolo etc. etc. Insieme ai miei collaboratori intendiamo dunque imprimere – nei prossimi anni in cui il Brasile sarà sotto i riflettori con i Mondiali di calcio, le olimpiadi e gli altri grandi eventi - rinnovato impulso a tutti i campi del rapporto bilaterale, per far sì che i nostri paesi, uniti da legami di amicizia e cooperazione indissolubili e antichi, possano portare le già eccellenti relazioni a livelli di sempre più intensa e proficua collaborazione.
In questa attività faremo affidamento su di una rete unica al mondo che conta in Brasile 6 Consolati, 101 rappresentanti consolari onorari, 461 associazioni italiane, 773 aziende o filiali produttive ed una collettività di circa 30 milioni di oriundi.
L’Accordo di libero scambio Ue-Mercosur farebbe del Brasile lo snodo centrale
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