In un contesto di graduale perdita di competitività di alcuni settori dell’industria brasiliana esposti alla concorrenza estera e interna di imprese asiatiche, le autorità locali e il settore industriale vedono con favore la collaborazione di medio-lungo periodo tra aziende italiane e brasiliane che accresca il trasferimento di tecnologia e di know how specializzato, di innovazione, di formazione del capitale umanoe di assistenza tecnica di cui il Brasile ha bisogno.
L’aumento degli scambi commerciali con l’Italia registrato negli ultimi dieci anni, insieme alla crescita degli investimenti, a volte veicolati tramite grandi gruppi con sede in Brasile oppure attraverso società con sedi in Paesi terzi, le oltre 800 filiali di aziende italiane qui presenti enumerosi casi di cooperazione industriale sono fenomeni indicativi della credibilità che il Brasile ha raggiunto presso la comunità economica italiana e il potenziale che rappresenta per la nostra industria.
La crisi internazionale e la stagnazione economica europea hanno elevato l’interesse o la necessità di aziende italiane di internazionalizzarsi nei Paesi emergenti e, in particolare, in Brasile, stimolando la ricerca di un format di entrata nel mercato locale adeguato non solamente alla realtà individuale ma anche a intere filiere produttive.
L’esempio dei grandi gruppi presenti in Brasile (tra cui Fiat, Pirelli, Finmeccanica, Telecom Italia, Azimut Benetti, Techint, Saipem, Enel, Mossi&Ghisolfi, Impregilo, Atlantia, Maire Tecnimont, Maccaferri, Prysmian), ma anche di aziende di dimensioni piccole e medie può diventare un utile riferimento per strutturare strategie mirate a questo mercato. A conferma di quanto detto, la realizzazione del censimento della presenza imprenditoriale italiana ha inoltre rilevato un considerevole incremento del numero delle aziende e un ampliamento dell'ambito geografico della loro dislocazione, in particolare negli ultimi 12 mesi.
La mappatura ha permesso di effettuare un primo incrocio tra le opportunità offerte dai settori e dagli Stati presi in esame, nonché di identificare i clusters italiani già presenti sul territorio brasiliano e i piccoli distretti in corso di strutturazione. Si èrilevata una tendenza da parte delle nostre imprese di espansione territoriale verso alcuni Stati, prima non meta di investimenti italiani, che negli ultimi anni hanno presentato tassi di crescita e sistemi di incentivi di particolare rilevanza. Minimo comun denominatore degli investimenti produttivi in Brasile è l’esistenza di una domanda interna di una classe media in continua crescita, che attualmente conta oltre 100 milioni di abitanti.
I settori principali in cui le aziende italiane risultano attive sono: macchinari e Automotive (oltre il 50%), servizi, beni di consumo, costruzioni civili, chimica, alimenti, telecomunicazioni ed energia.
Per quanto riguarda la concettualizzazione di un modello di sviluppo economico, si è potuto osservare che l’investimento di un grande gruppo industriale, come nel caso del settore automobilistico, ha favorito l’insediamento di un indotto funzionale alla produzione principale. Emblematici esempi di questo sviluppo sono i distretti industriali formatisi in Minas Gerais e in corso di formazione in Pernambuco, quali indotti del gruppo FIAT.
Accanto a tale modalità di sviluppo si è riscontrata, inoltre, la presenza di distretti industriali formatisi e consolidatisi in funzione di peculiarità settoriali, come nel caso dei marmi e graniti, dove la localizzazione delle risorse naturali ha attratto la tradizione e l’eccellenza tecnica del nostro Paese.
In tale ultimo caso, l’insediamento industriale si è sviluppato in modo orizzontale, senza un capofila di rilievo. Infine, il settore della nautica da diporto, introducendo un elevato contenuto innovativo e di design, ha stimolato la riformulazione qualitativa del tessuto industriale locale, composto essenzialmente da piccole aziende.
Tale tendenza potrebbe riprodursi nel settore della cantieristica navale, attualmente in forte espansione anche a causa delle necessità derivanti dal settore petrolifero.
Di seguito verranno fornite sintetiche indicazioni su alcuni settori che, pur con dinamiche diverse, costituiscono esempi italiani di successo per il coinvolgimento delle piccole e medie imprese.