La crescita degli investimenti brasiliani all’estero rappresenta la maggior competitività delle imprese e la loro integrazione ai mercati internazionali, riflette la loro maturità e la loro capacità di acquistare vantaggi competitivi a livello regionale e mondiale. Di investimenti, economia e rapporti bilaterali.
In virtù del raggiunto status di forte economia mondiale, il Brasile è chiamato a svolgere un ruolo sempre più attivo nel sistema delle relazioni internazionali. In questo contesto, come si inseriscono quelle con l’Italia?
Il Brasile ha sempre svolto un ruolo attivo nel sistema internazionale. L’intensa attività diplomatica brasiliana non è una novità. nuovo, d’altro canto, è lo scenario internazionale, che si trasforma e si riequilibra sulla base di nuovi poli, come i BRICS, fuori dal tradizionale asse America del nord - – Europa – Giappone. In questo nuovo contesto, il Brasile si presenta con un’economia ordinata, stabilità giuridica, vaste risorse, industria diversificata, grande mercato consumatore e molte opportunità di investimento.
Sebbene non tanto profondamente colpito dalla crisi economica internazionale come alcuni paesi dell’Europa, il Paese ne sente gli effetti e sta ancora lavorando per il suo superamento. In tal senso, il Governo brasiliano continua a esprimere la sua posizione a favore della crescita e del coordinamento delle politiche economiche nazionali, sostenendo l’equilibrio tra austerità e crescita.
Brasile e Italia possiedono molte affinità, a cominciare dal legame storico rappresentato dai più di trenta milioni di italiani e discendenti di italiani che vivono in Brasile. Sono due economie di portata simile, con un alto grado di complementarità. La presenza italiana nell’economia brasiliana è un fatto che si percepisce camminando per le strade di qualsiasi città brasiliana. oltre alla Fiat, alla Pirelli e alle molte Pmi presenti in Brasile, un dato recente ha attirato la mia attenzione: a seguito di una scrupolosa ricerca, si è scoperto che São Paulo è la città con più pizzerie nel mondo, davanti a new York, Londra e persino Napoli.
Nel 2012 il Pil é cresciuto dell’1% circa. Il risultato ha collocato la crescita in Brasile dietro quella degli altri Paesi BRICS e dietro quella di altri paesi dell’America Latina. Che cosa ci si aspetta per l’anno in corso?
Anche se raggiunta dalla crisi internazionale, l’economia brasiliana ancora cresce, basandosi sul mercato interno del paese, che si espande a mano a mano che milioni di persone escono dalla povertà e fanno ingresso nella classe media. Programmi sociali come il “Bolsa Família” garantiscono il trasferimento di reddito verso le popolazioni più carenti, il che genera consumo e, di conseguenza, riduce la disoccupazione. La continua traiettoria discendente dei tassi di disoccupazione è forse la miglior misura del successo del modello economico del Brasile. oggi, la disoccupazione si trova al livello minore in oltre dieci anni: 5,4%.
Per avere un’idea, nel 2003, tale indice era di 12,4%. Questo processo è stato accompagnato dalla continua valorizzazione del lavoro, con la riduzione del mercato di lavoro informale e l’aumento del reddito medio dei lavoratori, principalmente i più poveri. oggi, il 53% della popolazione brasiliana appartiene alla classe media.
Per sostenere lo sviluppo, il Governo Federale brasiliano è impegnato in importanti investimenti nelle infrastrutture tramite i Programmi di Accelerazione della Crescita, che inducono la crescita in tutto il territorio nazionale.
A breve termine, il Brasile dovrà sentire gli effetti di questi investimenti e della forte riduzione dei tassi di interesse, che ha avuto inizio l’anno scorso. Anche i risultati dell’economia nord-americana avranno impatto sulle prospettive del Brasile e della Cina, il maggiore importatore di prodotti brasiliani. Per il 2013, si stima una crescita dell’economia brasiliana dell’ordine compreso tra il 3 e il 4% del PIL, un risultato non disprezzabile quando si tiene conto del contesto di crisi internazionale.
Ide da e verso l´estero: come si posiziona il Paese all´interno del sistema internazionale? E con l´Italia?
L´interesse degli investitori stranieri verso il Brasile è già stato osservato in passato e ha contribuito in maniera fondamentale alla sofisticazione dell’economia brasiliana, in addizione agli investimenti fatti dalle aziende brasiliane e dal Governo Federale. Si ricorda, in questo senso, l’espansione del settore di beni di consumo durevole, negli anni ‘50 e ‘60, del settore intermediario nel decennio successivo e, più recentemente, del ruolo di ammodernamento dell’ IDE nel settore di servizi, in particolare nelle telecomunicazioni.
In questo momento, tuttavia, ci sono almeno due caratteristiche che differenziano la situazione attuale di crescita degli IDE verso il Brasile e nel mondo, rispetto a quanto accadeva in precedenza.
In primo luogo, negli ultimi anni, la crescita relativa della classe media ha consolidato un espressivo mercato interno che giustifica, di per sé, l’istallazione di aziende di diversi settori nel Brasile. Sul fronte estero, c’è da aspettare che l’aumento dei prezzi delle commodities esportate dal Brasile si mantenga nel medio termine, funzionando come elemento di equilibrio della bilancia commerciale. In secondo luogo, le economie considerate “periferiche”, come il Brasile e la Cina, oggi svolgono un ruolo dinamico in un contesto di stagnazione nei paesi sviluppati. In questo senso, vi è uno spostamento delle opportunità di investimento verso i paesi emergenti.
Tanto è vero, che nel 2011 gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) in Brasile hanno raggiunto il suo massimo storico, con l’ingresso nel paese di US$ 66,7 miliardi. nel caso dell’Italia, la grave che affronta il paese e la preponderanza di piccole e medie imprese fa nascere importanti opportunità per la formazione di partnership tra i nostri due Paesi.
Per quanto riguarda i flussi d’investimenti in ingresso in Italia proveniente dal Brasile, nel 2011 sono stati di 42 milioni di euro, in forte callo rispetto al 2010 – che era di 99 milioni di euro. Più ingenti invece sono gli investimenti italiani verso il Brasile, che in 2011 sono raggiunti la cifra di 141 milioni di euro, registrando crescita di 288% rispetto all’anno precedente.
Il Governo brasiliano ha avviato una campagna di attrazione degli investimenti esteri soprattutto per l’aggiornamento della rete infrastrutturale del Paese. Come si articola?
Gli investimenti in realtà non riguardano soltanto le infrastrutture, ma anche altri settori. Sono tutte iniziative appartenenti al “Programma di Accelerazione della Crescita” (PAC) in esecuzione dal 2007. Adesso siamo nella seconda fase del programma, il cosidetto PAC 2, che coinvolge anche le aree sociale e urbana, oltre a destinare le risorse per la continuità dei lavori di infrastruttura logistica e energetica a sostegno della crescita socioeconomica del Brasile.
Gli investimenti previsti nel PAC 2 per il periodo 2011-2014 sono di circa 950 miliardi di reais. Sono destinati ad espandere la rete logistica e di trasporti brasiliana, allo sviluppo della produzione di energia rinnovabile e di petrolio (“pré-sal”), ad una rete più ampia e di qualità di servizi nei quartieri popolari delle città, ad una riduzione del gap abitativo, nonché a fornire l’acqua potabile e l’energia elettrica a tutti i cittadini.